Anche se la notizia è un pò vecchia, forse è nuova da noi in Italia (come al solito), per cui vorrei proporvela (forse in anteprima nazionale) in questo mio nuovo articolo che mi induce ad aprire una nuova categoria: Attualità e la Bibbia. Ringrazio il mio amico e fratello nella fede Giuseppe Spampinato per avermi comunicato dall’Australia questa affascinante notizia!
Un vigile del fuoco ha fatto una scoperta assolutamente incredibile nel marzo del 2002. Questo “fireman” ha trovato su di un pezzo di acciaio che apparteneva a una delle due Torri Gemelle crollate nella fatidica data del9/11, una pagina della Bibbia fusa o comunque letteralmente appiccicata sopra questo pezzo di acciaio (vedi foto). Mentre questa notizia non può suonare affascinante né incredibile per gli scettici della Bibbia in generale, quando senza i paraocchi si constaterà ciò che vi è scritto in questa pagina biblica lascerà sicuramente col fiato sospeso.
Il quotidiano americano The New York Times scrive quanto segue (clicca foto per ingrandire l’immagine):
“Ye have heard that it hath been said, An eye for an eye, and a tooth for a tooth: But I say unto you, That ye resist not evil: but whosoever shall smite thee on thy right cheek, turn to him the other also.”
So many chapters. So many verses. But these were the words — from Jesus’ Sermon on the Mount, in the Gospel of Matthew — found permanently exposed at Ground Zero after the Sept. 11 attacks. The pages of the Bible in which they were printed had fused to a chunk of steel as the World Trade Center collapsed, to be found only months later.
A firefighter found the fragment in March 2002, under the Tully Road, a temporary truck route that covered the last remnants of the south tower. He called out to the photographer, who happened to be nearby.
“This shredded, burned and rubble-covered Bible came to me from the loving hands of a fireman who knew that I was the record keeper of ground zero,” Mr. Meyerowitz said Thursday in an e-mail from Italy, where he now lives.
Traduzione:
«”Rappresaglia”.
«Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente; ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi se uno ti percuote la guancia destra, tu porgigli anche l’altra».
Così molti capitoli. Così tanti versi. Ma queste erano le parole – dal Discorso della Montagna di Gesù, nel Vangelo di Matteo – che si trovano permanentemente esposte a Ground Zero dopo gli attacchi dell’11 Settembre. Le pagine della Bibbia in cui sono state stampate [queste parole], fuse su un pezzo d’acciacio quando il World Trade Center è crollato, sono state trovate solo mesi più tardi.
Un vigile del fuoco ha trovato il frammento il 22 marzo successivo, sotto la Tully Road, dove un camion copriva temporaneamente gli ultimi resti della torre sud. Egli chiamò il fotografo che si trovava nelle vicinanze.
“Questa Bibbia triturata e bruciata, dalle macerie sono venute nelle mani amorevoli di un pompiere che sapeva che ero il custode di Ground Zero” ha detto Meyerowitz in una mail del Giovedì che invio dall’Italia, dove attualmente vive».
Il signor Meyerowitz ha continuato a dire: «Il mio stupore nel vedere che la pagina della Bibbia era aperta, mi ha fatto capire che il messaggio biblico sopravvive nel tempo, e in ogni epoca ci interpreta il suo chiaro insegnamento, come l’occasione ha richiesto».
Sebbene questa sia davvero una storia incredibile, e mentre io non credo che l’idea di ritorsione in questo contesto possa parlare di una sorta di difesa del paese dagli attacchi terroristici né che vi siano intenzioni speculative e “cospirazioniste” ai presunti “auto attentati” di J.W. Bush jr. verso il suo stesso popolo, si tratta di un messaggio toccante che nessuno, a prescindere, può criticare. Un messaggio che non necessariamente deve essere “scritto” in qualche pezzo di carta per essere rispettato, se non “scritto” nel cuore e nelle coscienze. Ciò che è “scritto” rimane tale se non lo si mette in pratica. Tuttavia, se anche il “pezzo di carta” lo dice, magari è un modo per ricordare agli uomini ciò che molto spesso dimentica… e le Scritture esistono proprio per questo, per ricordare ciò che l’uomo dimentica facilmente: senza Dio si è perduti.
Dimenticare, come cristiani, che siamo tutti bisognosi della grazia salvifica di Gesù è molto comune, e tale salvezza esperssa tra le pagine delle Scritture include, che tu ci creda o no o che tu voglia accettarlo o meno, anche gli assassini, i ladri, gli stupratori… e così via.
Nessuno di noi è meglio di chiunque altro. Davanti agli occhi di Dio siamo veramente tutti uguali, senza distinzione di razza, origine etnica, convinzioni politiche, e così via, perché tutti gli uomini offendono un Dio giusto santo con il peccato (vedi articolo correlato).
Per ovviare al problema del peccato, Dio mandò Suo Figlio Gesù a morire sulla croce in modo che coloro che si pentono e hanno fiducia in Lui possono essere salvati; se c’è vero pentimento a Dio non importa quanto male l’uomo abbia commesso, anche fra i più atroci e ingiustificabili.
Questo “miracolo”, questa pagina della Scrittura, è un ricordo che, mentre dovremmo sicuramente agire per difenderci dagli attacchi, noi non dobbiamo permettere che i nostri cuori e le nostre menti siano tenute prigionieri dall’odio, indipendentemente da quanto male gli altri possono farci, direttamente e/o indirettamente. Difendiamo quindi noi stessi dagli attacchi dell’odio stesso, pregando per coloro che commettono il male (noi in primis).
Nella nostra cultura attuale, che sembra essere ossessionata dalla morte e dalle persecuzioni, le parole di questo passo biblico sono necessarie per fornirci una dolce attesa nella speranza.