L’ideologia gender non esiste Anche se… da oggi l’uomo può allattare!
L’ideologia gender non esiste Anche se… da oggi l’uomo può allattare!
Dicono che alla follia non c’è mai limite… e forse è proprio così. Si sta cercando con ogni mezzo a disposizione (economico, politico, mediatico, educativo, sociale) di convincere le masse.Convincerle che le differenze tra uomini e donne, tra maschi e femmine, sono semplicemente culturali, con la logica conseguenza che per un bambino essere allevato ed educato da un padre e una madre o da due padri o da due madri o da quattro padri o da quattro madri è la stessa medesima cosa! Non esistono differenze, è solo una questione culturale. Tutto qua.
Cancellando ogni diversità – ne più ne meno come il piano massonico instaurato in Europa volto all’eliminazione delle differenze culturali, storiche, economiche, sociali, ecc. e all’unificazione di milioni di persone per meglio controllarle – l’uomo viene privato della sua identità, della sua natura: viene totalmente spersonalizzato e disumanizzato.
Ecco l’ideologia gender o ideologia di genere, che per molte persone, poco e assai male informate (se non sono ovviamente in malafede come molti pseudo giornalisti), non esisterebbe, sarebbe un falso problema.
Poi si cerca di sdoganare la pedofilia trasformandola da gravissimo problema psichiatrico a semplice orientamento sessuale, quindi in una normalissima sceltapersonale da rispettare ne più ne meno come quella omosessuale. L’Associazione degli psichiatri americani, l’APA, sta distinguendo tra “pedofilia” e “disordine pedofiliaco”. Il disordine pedofiliaco rimarrebbe una patologia mentale, mentre lapedofilia diventerebbe un “orientamento normale della sessualità umana”.
Cosa d’altronde questa assolutamente normale se pensiamo che i padri dell’ideologia gender – tra cui lo psichiatra Alfred Kinsey, il medico John Money e ilbioeticista Richard Dawkins – proclamano da anni la legittimità e l’utilità della pedofilia!
Controllo delle masse
Lentamente, a spizzichi e bocconi, un passetto alla volta, grazie a strategie mentali di indottrinamento e addomesticamento (vedi “Finestra di Overton” ma non solo), ci stanno culturalmente convincendo che tutto questo è normalissimo.
L’uomo evolve, la natura delle cose cambia e bisogna stare al passo: guai a rimane indietro, guai a pensarla diversamente, si è contro i diritti, si è contro le libertà, si è contro le diversità: in una parola si è dei retrogradi omofobi.
Nel nome dei diritti
I diritti umani in fin dei conti sono inviolabili e sacrosanti.
Nel rispetto dei bambini di religione musulmana e/o ebraica va tolto il crocifisso dalle scuole; nel rispetto dei bambini che hanno due madri va eliminata la festa del papà; nel rispetto dei bambini che hanno invece due padri va tolta la festa della mamma. E via di questo passo. Il tutto nel nome dei diritti e delle libertà. Cancellazione di ogni identità e unificazione forzata.
Andando avanti con il ragionamento, se una coppia di lesbiche o di gay vuole un figlio è giusto e doveroso che lo abbiano e non importa il come, perché se il fine è l’amore si giustifica ogni mezzo.
Per esempio per due papà molto amorevoli e con desiderio di paternità la strada è cercare in qualche catalogo on-line un utero da prendere in prestito e affittarlo per nove mesi. Poco importa se alla madre surrogata – quasi sempre una donna alla disperata ricerca di soldi – il bambino appena nato sarà strappato per contratto, perché la creatura finirà nelle braccia molto amorevoli di due neopapà.
Per amore questo e altro…
Due donne lesbiche invece hanno la fortuna di poter sfruttare uno dei due uteri (basta mettersi d’accordo tra loro e non litigare per l’esclusività della gravidanza), ma serve sempre il seme maschile tramite la fecondazione eterologa (spermatozoo di una terza persona). Anche in questo caso viene in aiuto la scienza: lo sperma si può acquistare in qualche banca del seme, scegliendo pure le caratteristiche genetiche del donatore (biondo, occhi azzurri, alto, bello e possibilmente intelligente, magari ariano…), oppure sperare in qualche amico generoso e altruista….
In Natura funziona ancora così (anche se non sappiamo per quanto): gli spermatozoi, che sono una prerogativa maschile, incontrano l’ovulo, prerogativa femminile. Da questa unione magica tra il maschile e il femminile, o per dirla all’orientale tra yin e yang, nasce la Vita.
Ecco come descrive il concepimento il grande psichiatra statunitense Thomas Verny, uno dei principali esperti a livello mondiale sugli effetti che l’ambiente prenatale e postnatale possono avere sullo sviluppo della personalità: “Oggi sappiamo che ogni uovo (femminile) seleziona lo spermatozoo (maschile) con cui vuole avere a che fare compiendo così la prima irrevocabile decisione della vita. L’ovulo, invece di partecipare passivamente, apre il suo guscio e abbraccia lo spermatozoo dal quale si sente attratto” (1).
In pratica è l’ovulo a “sedurre” letteralmente lo spermatozoo!
Questa straordinaria immagine ci fa intravedere un po’ più da vicino la meravigliosa alchimia della scintilla che innesca la Vita. Il concepimento quindi non è più un banale atto meccanico dove lo spermatozoo più veloce riesce a penetrare l’ovulo e a fecondarlo, ma diventa un atto magico, un puro atto di amore cosmico. E’ l’ovulo che viene attratto dalla vibrazione di uno specifico spermatozoo. E’ la donna che alla fine sceglie e attira a sé il seme che gli serve, quello la cui vibrazione è in perfetta armonia con il suo ovulo.
Dove sta l’atto di amore cosmico in un utero affittato e/o fecondato artificialmente in laboratorio?
Dove sta l’amore quando un neonato viene fisicamente strappato dalle braccia della mamma e dato ai legittimi proprietari che lo hanno pagato?
Sempre più nell’antinatura
In Natura funziona così da sempre, che ci piaccia o non ci piaccia.
Ma c’è chi, magari in camice bianco, gode nell’andare contro Natura, vuoi per soldi, fama, potere, cupidigia o semplice ignoranza.
Se quindi la natura non si piega alle necessità e ai bisogni dell’uomo, è l’uomo che cerca di piegare la natura. Gli organismi geneticamente modificati (ogm) ne sono l’esempio perfetto: l’uomo modifica in maniera innaturale e pericolosissima la chiave della vita, il dna vegetale, animale e umano.
Come pure l’ideologia gender rientra nell’antinatura, perché lo scopo è svuotare e snaturare l’individuo, creando uomini privi d’identità.
Finalmente anche l’uomo può allattare
Una strepitosa invenzione (acquistabile su Amazon) il cui scopo è ridurre sempre più le differenze fisiologiche, anatomiche, ormonali e sessuali tra uomo e donna è “Mr. Milker”. Letteralmente significa “Signor Lattaio” e si tratta di un giubbetto senza maniche dotato di appositi orifizi all’altezza del capezzolo da dove spuntano due ciucci collegati con dei tubicini a due contenitori per il latte.
Il messaggio è il seguente: anche gli uomini possono allattare al seno! Finalmente.
Costa solo 47 dollari e viene spedito dall’America.
Per gli ideologi gender infatti non è giusto che la natura abbia dotato di ghiandole mammarie atte alla suzione solo la donna: e il povero uomo? Due papà infatti come possono allattare il proprio figlio acquistato per corrispondenza?
Finalmente dei geni hanno risolto questo annoso problema, partorendo Mr. Milker…
Ma due biberon al posto del seno possono sostituire il calore, l’amore e il contatto materni?
Il latte è certamente il primo nutrimento per la creatura che viene al mondo, ma è anche comunicazione empatica, è AMORE allo stato puro. Non a caso nelle prime due ore dopo il parto avvengono degli scambi emozionali e spirituali TRA BAMBINO E MAMMA che NON avverranno mai più per il resto di tutta la vita. Un imprinting emotivo e spirituale dalla valenza importantissima (2).
Per approfondire:
Libro: “La Vita inizia prima della nascita”, Marisa Bettio e Marcello Pamio, in uscita a fine settembre 2015.
“Gender: allattamento al seno per uomini (maschi)”
https://www.notizieprovita.it/notizie-dal-mondo/gender-allattamento-al-seno-per-uomini-maschi/
Note
[1] “La Vita inizia prima della nascita”, Marisa Bettio e Marcello Pamio – libro in uscita a fine settembre 2015.
[2] Idem
di Marcello Pamio