Nel mio cuore scattò il desiderio-TESTIMONIANZA
16.03.2016 21:13
TESTIMONIANZA
A L’età di 23 anni credevo di aver ottenuto il massimo dalla vita vincendo un concorso per un impiego statale.
Pensavo che le mie ansie e preoccupazioni erano terminate.
Fino a quel momento avevo trascorso una vita abbastanza normale: avevo conseguito con buon esito il diploma di maturità, mi ero inserito molto bene nella società e nel mondo del lavoro; la mia famiglia mi ha sempre voluto bene; sul lavoro ero stimato e soprattutto avevo uno stipendio fisso.
Ciò che avevo ottenuto mi rendeva molto soddisfatto.
D’ora in poi, pensai, il mio unico desiderio sarà di godermi ancora più intensamente la vita: macchina nuova, ragazze (senza mai impegnarsi troppo in seri fidanzamenti), abbigliamento firmato, curare le mie passioni, serate in discoteca, in pizzeria ed altro; insomma tutto ciò che un giovane può desiderare, tutto quello che il mondo può offrire di buono.
Ma erano i miei progetti, umani, e non mi preoccupavo se Dio approvasse tutto ciò.
Credevo in un Dio che è lì in cielo, e solo quando sarei diventato vecchio, forse, avrei cominciato a pensare a Lui; credevo anche che un giorno avrei dato conto della mia vita, quindi cercavo di condurmi nel migliore dei modi agli occhi degli uomini non curandomi di ciò che Dio pensava e voleva da me, Sua creatura.
Pensavo che, comunque, avrei avuto tante occasioni per fare delle buone opere e meritarmi così la salvezza.
Questo era l’insegnamento religioso che avevo ricevuto, ed ero forte del fatto che ero considerato da tutti un bravo ragazzo e non facevo nulla di male.
Venne il giorno in cui il Signore mi chiamò a sé, e si rivelò nella mia vita.
Credo che ogni uomo sulla terra riceve più volte nel corso della propria vita una chiamata a convertirsi, a riconsiderare il cammino della propria esistenza terrena, ad avvicinarsi a Lui, ascoltare e fare la Sua volontà.
Brevemente cercherò di raccontare come la mia vita è cambiata, trasformata dallo Spirito Santo giorno dopo giorno, dopo aver accettato Gesù Cristo come personale Salvatore.
Incontrai, dopo circa due anni che non lo vedevo, un mio caro amico.
Ci eravamo conosciuti durante il servizio militare, avevamo trascorso tante serate allegre, spensierate e mondane, lontani dalla volontà di Dio; anzi, una sera eravamo stati fermati da una persona che voleva parlarci della Bibbia e della salvezza in Cristo Gesù, ma il mio amico la respinse bruscamente.
Una bella amicizia durata pochi mesi, ma che ci aveva tanto legato. Infatti, ci sentimmo per lettera varie volte, fino a quando il Signore ci fece rincontrare.
Eravamo molto contenti di ciò e lo avevamo sperato; ma una cosa in particolare colpì subito la mia attenzione: il suo comportamento era totalmente cambiato rispetto a quello che avevo conosciuto.
Mi raccontò della meravigliosa esperienza fatta con il Signore, della sua ricerca della verità che aveva trovato piena risposta tra le pagine della Bibbia, la Parola di Dio, che le sue umili preghiere avevano dato come risultato la pace e la gioia nel cuore per la salvezza provveduta gratuitamente, per la sola fede, dal nostro Signore Gesù Cristo sulla croce. Le tre famose domande: chi sono? da dove vengo? dove vado? avevano ora una risposta certa per lui.
Nel mio cuore scattò il desiderio di approfondire i motivi che avevano spinto il mio amico a convertirsi dalla vita mondana ad una vita di fede nel Signore, dal parlare volgare al pronunciare discorsi sani sulla Bibbia, sulla vita di Gesù, sulla volontà di Dio nella vita degli uomini; dall’assecondare i desideri della carne a soddisfare i desideri dello spirito e condurre una vita di santificazione.
Mi facevo queste domande: come poteva avvenire tutto ciò? cosa era realmente accaduto in lui? ed io, credevo realmente in Dio? sapevo quale era la via da seguire?.
Cominciai a considerare cosa facevo per il Signore, cosa rappresentava Lui nella mia vita, iniziai a vedere la mia condotta di cristiano e mi accorsi che ero un credente di nome e non di fatto, in pratica conoscevo pochissimo, solo alcune nozioni imparate al catechismo da ragazzino.
Iniziai così ad avvertire il desiderio di approfondire la conoscenza del Signore, della Sua opera di salvezza mediante la lettura della Bibbia.
Conobbi anche dei giovani credenti ed in loro vedevo qualcosa di diverso rispetto agli altri ragazzi della stessa età che conoscevo, rivedevo in loro il nuovo carattere del mio amico; nei pensieri, nei discorsi, nell’agire, nelle decisioni da prendere, avevano come riferimento sempre quello che Dio insegna nella Bibbia.
In seguito, il mio amico mi invitò a partecipare ad un culto presso una chiesa cristiana evangelica ed accettai con entusiasmo.
Arrivò quel giorno, era una domenica, lo ricorderò per tutta la vita: appena arrivai nel locale sgombro di immagini e statue tipiche di una chiesa cattolica che ero abituato a frequentare di tanto in tanto, tutti mi accolsero con grande cordialità ed amore.
Presi posto insieme al mio amico ed alla prima preghiera innalzata a Dio con fervore, il mio cuore cedette sfogando in un pianto di pentimento.
Che mi succedeva?
Non riuscivo a controllare quelle lacrime!
Mi sentivo peccatore, lontano da Dio, pensavo di non poter ottenere mai la salvezza anche se mi consideravo un giusto, un bravo ragazzo, i miei pensieri, le mie azioni, le mie parole Lo rinnegavano, non ne tenevano minimamente conto nella vita che conducevo.
Mi rendevo conto che avevo bisogno di Gesù Cristo e della salvezza che mi offriva, dovevo accettarlo personalmente nel cuore.
Con la predicazione della Parola continuavo a ricevere messaggi d’amore: Egli mi amava, Egli era morto anche per me, Egli donava salvezza a tutti coloro che andavano a Lui con cuore sincero e pentito, non potevo essere indifferente davanti a questo sublime gesto d’amore, mi bastava un piccolo passo di fede.
I cantici cristiani facevano da degno contorno alla preziosa presenza del Signore in quel luogo. Eh si! Perché tutti coloro che erano lì Lo credevano, Lo sentivano vivente, Lo adoravano e Lo pregavano, era una Sua promessa: “ovunque due o tre sono radunati nel Mio Nome Io sono in mezzo a loro”.
Non me ne rendevo conto, ma Lui stava iniziando ad operare in me tramite lo Spirito Santo che mi convinceva di peccato, di giustizia e di giudizio.
Ci fu una preghiera conclusiva: altre lacrime rigarono il mio volto, pensavo di essere bravo e giusto, di potermi meritare la salvezza nel corso della mia vita con le opere che sicuramente avrei avuto modo di compiere, invece ero lì bisognoso e misero a chiedere perdono a Lui, Unico Giusto, Unico Salvatore. La cosa bella è che sentivo di non dover dare in cambio qualcosa, non potevo acquistarmi la salvezza, ma dovevo semplicemente dare solo il mio cuore al Signore, la mia vita dedicarla a Lui, onorarlo e servirlo perché ne è degno, mettere Lui al primo posto ed ogni altra cosa mi sarebbe stata sopraggiunta.
Prima della fine del culto il mio amico sussurrò: il Signore ti ha parlato!
Uscii da quel locale ripieno di gioia, sentivo tanto amore verso chi mi circondava (e pensare che non conoscevo nessuno), ero più leggero, come se qualcosa mi fosse stato tolto di dosso, ero certo che il Signore aveva perdonato i miei peccati, avevo sperimentato il Suo grande amore.
Dopo quella giornata, mi accorgevo dai comportamenti che avevo e sentivo dentro di me che era successo qualcosa di molto importante.
Avevo sentito qualcosa che mai fino a quel momento avevo provato.
Mi misi a studiare la Parola di Dio con più attenzione e riverenza, leggerla ogni giorno, ne sentivo il desiderio quotidianamente, scoprii tante contraddizioni ed incoerenze tra ciò che mi era stato insegnato e ciò che il Signore insegna nella Sua Parola. Sentivo anche la necessità di pregare e cercare un dialogo con il mio Signore, senza preghiere già fatte, da ripetere sistematicamente, ma spontaneamente come si parla ad un amico fidato, era il mio personale Salvatore. E poi, trovavo sempre più piacevole la compagnia di giovani cristiani (e meno giovani) che professavano questa fede, desideravo più stare con loro che con i miei amici, mi attiravano sempre meno le attività che fin a quel momento avevano occupato il mio tempo; aspettavo con ansia i giorni per poter partecipare al culto o alla riunione di preghiera o ad uno studio biblico.
Ero entusiasta della nuova via che mi stava dinnanzi, questa via si chiama Gesù Cristo, che è anche verità e vita.
Ma, se da una parte iniziò un entusiasmante cammino di fede, dall’altra cominciarono dei mesi di prova.
Mi spiego meglio.
La maggior parte dei miei amici, i miei genitori, molti dei miei colleghi di lavoro, non comprendevano questa mia scelta, non mi incoraggiavano, anzi. Ma il Signore continuava a parlare al mio cuore, a trasformare la mia vita, a darmi la forza di superare le difficoltà che inevitabilmente avrei dovuto affrontare quando ne parlavo con i miei amici, che sostenevano si trattasse solo di una crisi mistica passeggera, che presto tutto sarebbe passato, che non erano cose per un giovane della mia età.
Per quanto riguarda i miei genitori abituati all’insegnamento religioso tradizionale, era addirittura un tradimento nei confronti del Signore, non potevo saperne più io dei preti, non potevo capire la Bibbia più io dei teologi.
Ma il messaggio biblico è molto semplice, l’annuncio della salvezza è molto semplice, sono i teologi e la tradizione religiosa che hanno contorto e complicato la via tracciata da Gesù Cristo nella sua vita terrena.
Comprendevo che la Bibbia insegna che oggi, si proprio oggi, cioè nel momento in cui si ascolta il messaggio della salvezza in Cristo Gesù, è il momento di decidere, la Bibbia dice anche che il domani non ci appartiene, che sappiamo cosa ne sarà di noi domani?
Il mio desiderio era di comunicare agli altri che questa scelta rappresenta qua